di Lucrezia Liberati
«Nessuna soddisfazione è stata per noi più grande del vedere una musicista che stava per smettere di suonare e, grazie al nostro aiuto, non ha rinunciato». È questa la storia di Kun Shoulder Rest, un’azienda famigliare all’avanguardia nella produzione di spalliere per strumenti ad arco dal 1972. Il prodotto, brevettato in Canada dal cecoslovacco Joseph Kun, è diventato un marchio internazionale e deve il suo successo al rapporto che ha saputo intessere con i clienti in anni di ricerca al fianco dei musicisti e dei propri artigiani.
Abbiamo intervistato Juliana Farha, canadese classe 1966, direttrice di Kun Shoulder Rest Canada e rappresentante europea, con la quale abbiamo dialogato sulla filosofia della loro azienda, in vista della partecipazione a Cremona Musica International Exhibitions and Festival, dal 26 al 28 settembre 2025.
La Kun Shoulder Rest supporta progetti musicali con giovani musicisti, sia in Canada che all’estero. C’è una connessione tra queste attività e lo sviluppo di nuovi prodotti?
Promuovere l’educazione musicale è parte fondamentale della nostra missione. Non solo per formare i musicisti del futuro, ma anche perché crediamo fortemente che essa rappresenti un’opportunità d’impresa sociale e di sviluppo. Abbiamo collaborato con i più giovani quando abbiamo introdotto le nostre spalliere junior dai colori vivaci, pensati per strumenti di dimensioni ridotte (mezzo e tre quarti).
I progetti che supportiamo incarnano i valori della mia famiglia, condivisi anche da tutti coloro che lavorano con noi: cerchiamo di viverli nell’ambiente di lavoro, nel modo in cui ci relazioniamo con i nostri dipendenti. Il modo in cui ci trattiamo a vicenda rispecchia il nostro comportamento nel mondo. Suona come un cliché, ma per noi è realmente così e cerchiamo di vivere secondo questo principio.
Innovazione e tradizione: come conciliarle?
Potremmo dire che la storia dello sviluppo dei nostri prodotti è simile a quella dell’architettura moderna: come il cemento armato ha permesso di costruire nuovi edifici e forme, così certi materiali e tecnologie influenzano ciò che possiamo fare.
Quando l’azienda è nata, il successo si basava sulla creazione di un prodotto che fosse di qualità per quante più persone possibile. Oggi, però, i musicisti sono molto più attenti al proprio corpo e la tecnologia consente di andare più facilmente incontro alle esigenze individuali.
Un prodotto standardizzato può svolgere bene la propria funzione, ma non è sufficiente per chi fa della musica il proprio lavoro: la personalizzazione diventa necessaria. In quest’ottica abbiamo concepito il Kun Seven, una spalliera interamente adattabile alle esigenze di ogni musicista.
Salutiamoci con un souvenir dalla scorsa edizione di Cremona Musica: ci racconta un aneddoto che le fa piacere ricordare?
Alcune persone ci hanno raccontato di utilizzare la nostra spalliera da 20 anni e di non volerla cambiare perché vi si sono affezionati. Può sembrare assurdo per chi non suona il violino o la viola, ma esiste una relazione emotiva anche con un attrezzo così pratico!