di Sebastiana Ierna
Il 67enne chitarrista pratese Riccardo Galardini vantauna ricca carriera pedagogica e artistica, che spazia dal cinema alla musica pop ha collaborato con Francesco Nuti, Ivano Fossati, Pupo, Raf e Umberto Tozzi, senza dimenticare le sue partecipazioni al Festival di Sanremo. Nel 1998 è stato il primo docente di Armonia pop rock jazz alla Scuola di Musica Giuseppe Verdi di Prato, nonché di Chitarra pop al Conservatorio di Cuneo. Con oltre 50 anni di esperienza sul palcoscenico, oggi è docente di Chitarra pop rock e di Analisi delle forme compositive e performative del pop rock al Conservatorio di Rovigo. Lo abbiamo incontrato all’edizione 2023 di Cremona Musica International Exhibitions and Festival per la presentazione del suo libro Real Modern Guitar, edito dalla casa editrice Volontè & Co.: abbiamo colto l’occasione per sfogliare questo manuale adatto a tutti i chitarristi, principianti e professionisti, e per guardare al presente e al futuro della didattica musicale.
Maestro Galardini, il suo è un percorso artistico ricco e sorprendente. Com’è avvenuto l’incontro con il mondo del cinema?
Ho avuto il grande piacere di collaborare con il regista Francesco Nuti, che nel 1982 cominciava a girare i suoi film da attore protagonista. Facevo parte di un gruppo di musicisti, e insieme abbiamo scritto le sue prime tre colonne sonore: ho avuto poi la possibilità di collaborare come coautore e arrangiatore nelle successive produzioni cinematografiche. Le scene di Nuti evocano sonorità che rimandano al pop-rock, ma anche al jazz, al blues al folk e al country: mondi a me familiari e che ho a lungo studiato e frequentato. Comporre brani per quelle colonne sonore è stato per me naturale, spontaneo.
E delle sue partecipazioni a Sanremo cosa può raccontarci?
Nel 1979 mi sono presentato come concorrente con il gruppo Ayx; nel 1985 e 1987 come arrangiatore con Francesco Nuti, quando ancora si cantava con le basi registrate. Dal 1991 al 2005 sono stato presente in 11 edizioni come chitarrista e direttore d’orchestra. Sono anni che ricordo con immensa gioia, visto che questo festival è la manifestazione canora più seguita d’Italia.
Veniamo al suo Real Modern Guitar: come ha concepito questo metodo per i chitarristi?
Dopo oltre 40 anni d’insegnamento, ho avvertito l’esigenza di raccogliere e dare forma ai miei appunti: esercizi per rendere più fluida la lettura a prima vista, applicazioni pratiche della teoria musicale, studi su intervalli melodici e armonici. È un metodo moderno, agile, adatto sia allo studente che al professionista, che utilizzo e sperimento in prima persona con i miei alunni. Contiene indicazioni essenziali su metodi collaudati in anni di pratica, ed è corredato da un CD con alcuni esempi audio, tra cui alcune mie incisioni. È pensato per il Triennio dei Conservatori italiani: lo considero un manuale di alfabetizzazione con materiali fondamentali, capisaldi della chitarra pop.
Secondo lei, come si possono invogliare i giovani allo studio di uno strumento?
La musica ha un valore filosofico e spirituale molto profondo, una forza costruttiva e curativa, ed è un grande collante sociale. Sicuramente va promossa in tutte le sue forme, e sarebbe produttivo moltiplicare le iniziative culturali e artistiche per i bambini, con una partecipazione attiva delle famiglie. Ritengo inoltre importante l’ascolto musicale di qualità, e il suonare insieme con amici.
Cosa può dirci sulla sua presenza alla kermesse cremonese?
È stata un’esperienza ricca e gratificante. Vedere così tante persone, famiglie, giovani e meno giovani, tutti interessati alla musica nei suoi molteplici aspetti: una bella sorpresa, considerato il lungo periodo di pandemia e isolamento dal quale siamo reduci.Un’atmosfera gioiosa e attiva, che lascia decisamente ben sperare! Ascoltare un’orchestra di chitarre eseguire temi di famose colonne sonore è stato particolarmente stimolante. Per la prima volta ho partecipato a una manifestazione del genere, e di sicuro ne prenderò parte a molte altre con tanto entusiasmo, dato l’arricchimento ricevuto.
In ultima battuta, due parole sui suoi progetti futuri…
Nel campo editoriale, sto completando il secondo volume di Real Modern Guitar e scrivendo un libro sui Beatles, gruppo che da sempre mi appassiona; infine, sto approntando un manuale dedicato all’analisi delle forme compositive e performative di cui mi occupo da docente. Inoltre sono i miei ultimi anni in Conservatorio a Rovigo, dopo essere stato insegnato Chitarra pop rock, jazz e tecniche d’improvvisazione a Cuneo, Firenze, Venezia, Frosinone e Monopoli: mi impegnerò a mettere a disposizione e trasmettere il più possibile le mie esperienze ai giovani artisti, per dar loro una solida formazione e un bagaglio culturale il più ampio possibile, ma soprattutto per prepararli al mestiere di musicista!
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