di Giulia Olivieri
Diego del Valle, 45 anni di Valladolid (Spagna), si occupa della costruzione e del restauro di strumenti ad arco e archetti nella sua liuteria di Oviedo, cittadina nord-occidentale della Spagna. Tiene corsi su fondamenti della liuteria, manutenzione e conservazione degli strumenti in conservatori, scuole di musica e fondazioni riconosciute come la Fundación Música Maestro di Madrid o la Fundación Princesa de Asturias di Oviedo. Sarà ospite dell’edizione 2023 di Cremona Musica International Exhibitions and Festival a settembre: lo abbiamo intervistato per conoscere meglio lui e la sua attività.
Maestro Diego del Valle, come è nata la sua passione per la liuteria?
Sono stato attratto da questo mondo sin dalla giovane età; sono nato a Valladolid ma, per frequentare assiduamente il laboratorio del maestro Pavel Schudtz, liutaio di fama internazionale, mi sono trasferito a Oviedo. Sotto la sua guida, consapevole di voler proseguire gli studi per fare della mia passione il mio lavoro, ho appreso l’arte della creazione degli strumenti musicali. In questo percorso sono stato affiancato dai figli del mio maestro, Andrea e Maria, che oggi è mia moglie; insieme abbia dato vita alla nostra liuteria, dove ci occupiamo della costruzione e del restauro di strumenti ad arco e archetti, facendo nostri gli insegnamenti della storica scuola cremonese e dei suoi illustri maestri.
Crede nell’insegnamento e nel valore di trasmettere il proprio mestiere?
Certo! Ho sempre pensato che la vita di uno strumento sia eterna, a differenza di quella di noi uomini, perciò ho sentito il dovere di tramandare il mio sapere alle nuove generazioni. Anche per questo ho voluto trasferire questa passione ai miei figli, oltre che a tanti allievi: mi sento fortunato a poter lavorare con loro, a poterli istruire come il loro nonno ha fatto con me. Sono la terza generazione della nostra famiglia che si dedica alla liuteria, e questo per me è una grande soddisfazione. Ma io stesso continuo ad aggiornarmi, tornando a Cremona quasi ogni mese, nella bottega di mio cognato Andrea Schudtz; il confronto con i colleghi è sempre un arricchimento, un’occasione per migliorarsi.
Chi sono i suoi clienti? Professionisti o studenti?
Nella mia liuteria produciamo due diverse linee di strumenti: una per gli studenti, più economica, con un ottimo rapporto qualità-prezzo, realizzata dai miei allievi e dai miei figli con la mia supervisione; l’altra per i professionisti e per i solisti, a cui lavoro personalmente. La differenza si trova nei materiali, ad esempio nel legno utilizzato, ma, in entrambi i casi, garantisco con la mia esperienza un acquisto eccellente. È un piacere poter ascoltare, dalle mani di artisti di tutto il mondo, il suono delle mie creazioni. Ho appurato, però, che nell’era dei social network uno strumento deve essere non solo efficiente, ma anche bello visivamente: il suo suono deve incantare, ma il primo a restare stupito è l’occhio. Da questo punto di vista, c’è molta più concorrenza rispetto al passato.
Da quanti anni e perché torna a Cremona Musica?
Cremona è la mia seconda casa, partecipo a questa fiera da vent’anni, insieme a mio cognato, perché è la più importante manifestazione al mondo dedicata alla liuteria. È un momento imperdibile che permette di toccare con mano la tradizione, e al tempo stesso l’innovazione. Quest’anno, per la prima volta, ho deciso di partecipare con uno stand personale, per poter esporre dei prodotti ideati durante la pandemia: in quel periodo ho continuato a lavorare quasi normalmente con i miei clienti abituali, ma ho avuto più tempo per dar vita a dei modelli che sognavo da tempo di creare. Vi anticipo che, tra gli altri, esporrò degli strumenti ad arco ispirati al Quartetto Palatino, costruito da Antonio Stradivari alla fine del ‘600 e oggi custoditi nel Palazzo Reale di Madrid, e altri intarsiati. Vi aspetto a Cremona Musica 2023!
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