di Michela Ianniciello
Dalla fisarmonica ereditata dal padre, passando per il violino e la viola, fino all’affascinante mondo degli archetti: il percorso artistico di Walter Barbiero, 57enne originario di Mirano, in provincia di Venezia, è un viaggio appassionante attraverso diverse dimensioni della musica. Dopo aver suonato da violista in numerose orchestre, a 27 anni si trasferisce a Parigi per seguire la passione che coltivava fin da bambino: la lavorazione del legno. Studia con maestri di fama internazionale come Nelly Poidevin, Christian Barthe e Emmanuel Bégin, per poi ritornare in Italia dopo due anni e dar vita al suo laboratorio in provincia di Padova, a Piombino Dese. Lo abbiamo incontrato in vista della sua partecipazione a Cremona Musica International Exhibitions and Festival, in programma dal 26 al 28 settembre di quest’anno.
Entriamo nel vivo delle sue opere. Che materiali utilizza per costruire i suoi archetti?
Un archettaio, così come un liutaio, è un creativo: ha bisogno di materie calde, vive. Credo che il legno sia l’unico elemento ad avere un’anima, consentendo al musicista di trasmettere emozioni. Ad oggi nessuna alternativa sintetica, né il carbonio né la fibra di vetro, regge il confronto. Hanno, senza dubbio, caratteristiche tecniche interessanti, ma mancano di quella vitalità che solo gli elementi naturali possono offrire.
Un prezioso violino Stradivari e un arco da 200 euro: una coppia impossibile?
Perché no? Esiste il preconcetto che un arco economico non possa esaltare le qualità di uno strumento, ma la realtà è ben diversa. Ciò che conta davvero è la particolare combinazione che si crea tra i due. L’efficacia di questo incastro non sempre è rispecchiata dal semplice prezzo.
Veniamo alla kermesse: presente in fiera dal 1997, anche quest’anno la vedremo tra gli stand di Cremona Musica. Cosa presenterà al pubblico?
Per la manifestazione preparo ogni anno due quartetti completi: uno con le rifiniture in oro e l’altro in argento, realizzando archetti per due violini, una viola e un violoncello. La sfida è crearne di belli ed efficaci al contempo. È sempre una grande emozione partecipare, e per l’occasione ricerco il miglior ebano. Essere qui rappresenta un momento di orgoglio professionale, dove esporre il meglio della mia produzione.